Presupposti al metodo orto R.

Le discipline di riferimento per lo studio del piede, tra le quali la biomeccanica e la posturologia, conducono a definizioni e modelli differenti che spiegano la funzionalità e la biopatologia del piede e propongono soluzioni che si concentrano sul valorizzare, da un lato, le leggi matematico-fisiche, e dall’altro i complessi equilibri muscolo-sensoriali.

L’esigenza di ricercare uno strumento di misura oggettivabile e individuale ha condotto alla necessità di formulare un modello innovativo, denominato modello Orto-R.

Questo metodo consente di misurare e diagrammare il differente appoggio podalico, assunto da ogni individuo, in carico (a catena cinetica chiusa) confrontandolo con quello misurato e costruito su una impronta acquisita in sospensione (a catena cinetica aperta ovvero da seduto con le gambe a penzoloni).

Tre sono i concetti cardine relativi a questa doppia presa di impronte:

1. La necessità di cogliere, prima dell’appoggio al suolo, le posizioni pre-programmate  dai centri di integrazione superiori (feedforward) e realizzate attraverso la configurazione delle catene muscolari e delle posizioni articolari.
I più recenti studi angiologici ci supportano nella convinzione che ancor prima dell’appoggio al suolo, i due terzi del sangue circolante debbano tornare al cuore in virtù del buon funzionamento della pompa poplitea e che, di conseguenza, il terzo rimanente sia il contributo ematico azionato dalla pompa podalica.

Cervello
Pompa podalica

Le domande che l’autore si è poste quindi sono:

  • è possibile modulare il lavoro delle catene muscolari e delle articolazioni agendo sul piede quale ultimo sistema dei meccanismi legati alla circolazione?
  • come leggere i rapporti tra piede e gamba a questo proposito?
  • come rappresentarli tridimensionalmente su di un piano?

È facile comprendere la necessità di coniugare i due piedi ( così come avviene per gli assi delle gomme) a rappresentare quell’ unità funzionale che ci permette di trovare Il Baricentro. La distanza abituale, misurata fra i due metatarsali del primo dito, assunta dal paziente posto in piedi, è risultata la più utile a rappresentare l’asse da cui partire per la costruzione dei due diagrammi.

2. Attraverso l’analisi della seconda impronta, acquisita in carico, con il medesimo tampone ad inchiostro, piuttosto che con scanner o con baro podometro elettronico, siamo in grado di cogliere la risultante finale delle forze scambiate tra piede e piano di appoggio sotto l’effetto della gravità.

Non potendo scindere le componenti ovvero la -Forza Attiva e la -Forza Reattiva dalla Forza risultante e, soprattutto, volendo coglierne i “Momenti” ( braccio x Forza), dall’appoggio del tallone fino allo stacco sul primo dito, abbiamo ritenuto indispensabile cercare una metodica di confronto, misurabile, per derivarne e comprenderne le differenze.

3. Accertato che il buon funzionamento sensitivo-motorio dei piedi sia la condizione necessaria a determinare la miglior funzionalità vascolare possibile e viceversa, cerchiamo di visualizzare con metodo grafico, il contributo che l’appoggio delle dita può apportare all’identificazione del piano gravitazionale

  • prima dell’appoggio;
  • dopo l’appoggio.

Il metodo orto R.

La tecnica di realizzazione ortesica eseguita su diagramma , ideata dalla Dr.ssa M.Radice, consiste in una metodica grafica di lettura degli spostamenti del baricentro corporeo.
La grafica consente di individuare le necessità di assetto dei piedi in rapporto allo spostamento del baricentro stesso e ai centri di pressione di ogni singolo piede.
Seguendo le indicazioni grafiche è possibile, quando necessario,realizzare ortesi plantari su misura.

Per trovare il baricentro
Costruzione diagrammi

È convinzione dell’autore che, anche attraverso sofisticate strategie di appoggio e spinta sugli elementi strutturali del piede e sul circolo periferico, il cervello ottimizzi la macchina umana per lo sfruttamento delle leggi gravitazionali.

Sull'impronta si considerano dei punti di repere che vengono utilizzati per l' elaborato grafico ottenuto attraverso un software dedicato. Il diagramma consente al professionista di analizzare e quantificare le difficoltà imposte alle diverse strutture podaliche nel mantenere l’equilibrio delle strutture sovrasegmentarie.
Integrando i dati rilevati dal diagramma con l’analisi baropodometrica l’autore realizza, ove necessario, un supporto plantare in grado di modificare, nelle quattro dimensioni, l’assetto posturale statico e dinamico del soggetto.
Una buona realizzazione ortesica viene vissuta dal paziente con un miglioramento della sintomatologia e con un'ottimizzazione energetica.


Risultati

In oltre 20 anni l’autore ha trattato oltre 5000 pazienti con questa metodica ottenendo la scomparsa della sintomatologia dolorosa nel 55% dei casi; un miglioramento nel 25%, nessun risultato nel 10% ed un 5% di peggioramento. Il restante 5% non si è presentato al follow-up programmato.
È da sottolineare che la metodica presentata richiede, almeno nei primi 3 mesi, un controllo frequente dei plantari.

La metodica di rilevazione proposta e la successiva realizzazione dell’ortesi plantare sono senz’altro di difficile interpretazione e realizzazione ma consentono un controllo oggettivo e ripetibile delle modalità di appoggio al suolo del soggetto; l’ortesi plantare ottimizza la meccanica dell'appoggio e consente alle dita la migliore capacità propriocettiva possibile.

Ortesi in silicone

Per ortesi  intendiamo un manufatto atto a correggere le deviazioni dei segmenti interessati; “orthos” = diritto.


In senso lato, con questo termine, intendiamo anche la protezione di particolari anatomici sottoposti a sfregamento o pressione anomala.
In caso di amputazione di tutte le dita, o a maggior ragione nel caso di amputazioni che interessino una o più teste metatarsali, abbiamo la necessità di ridare all’avampiede amputato dei punti di appoggio biomeccanico tali da permettere al paziente di calzare ancora le scarpe; in questo caso realizziamo protesi  in silicone.

I fumetti sono stati realizzati e gentilmente concessi per la divulgazione

dalla Dr.sss Annalisa Lattuada e Dr.ssa Chiara Caravaggi

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